Optime Erboristeria

giovedì 5 aprile 2012

Considerazioni da Fabio Luca Bruno

Spazio a chi vuole dare un contributo, il blog deve diventare  uno spazio interattivo. Quindi un ringraziamento a Fabio Luca per questo suo articolo 


Dall’allenamento giovanile all’alta pres…. “mmm tanto queste cose già le so!”

Chi ci sarà? Chissà chi incontreremo? Queste sono le parole che noi, tre giovani tecnici ci siamo scambiati durante il viaggio di andata per la nostra prima convention nazionale dei Tecnici della Federazione Italiana di Atletica Leggera, fiduciosi che sarebbe stata un esperienza costruttiva e che avrebbe potuto giovare a qualsiasi tecnico, sia per vivere una sorta di nuova realtà, sia per approfittare di una importantissima occasione per scambiare informazioni, arricchirsi di idee ed ampliare la propria esperienze. L’arrivo in quel di San Vincenzo si è rivelato poi dei migliori, il responsabile del settore giovanile era lì con noi alla discesa dal treno, ed è una soddisfazione ricordarsi che è un campano (che risponde al nome di “Tonino” Andreozzi), l’aria era altamente professionale, ma al contempo familiare ed accogliente,  ricca di emozioni ed adrenalina, sin dal momento dell’accredito e del ritiro dei pass, prima di calarsi nello spirito della convention, tra i primi sguardi di curiosità nell’individuare i validissimi relatori o ancora gli altri compagni d’avventura presenti, tra facce più o meno note, concludendo con le nostre impulsive riflessioni su location, impatto ed età media dei convenuti… tutto estremamente accattivante ed elettrizzante.
Ma in tutto questo c’era qualcosa a colpirci profondamente, a farci pensare e iniziare tutta una serie di discussioni e ragionamenti che si sono poi protratti in tutte e tre le giornate di permanenza: “MA DOV’E’ LA CAMPANIA ???”
Certo abbiamo incontrato il caro Elio Cannalonga, ma sappiamo quanto lui sia un habitué di questi momenti di incontro tra tecnici… ed il resto??
Quanti ne siamo in Campania di tecnici o pseudo tali??? TANTISSIMI!!!
E allora, escludendo ovviamente coloro che per impossibilità di vario titolo non avrebbero potuto comunque esserci, la domanda successiva è stata: “possibile che nessuno si sia interessato al momento clou per quanto riguarda la discussione della nostra categoria?” o ancora “ci sentiamo cosi bravi da non necessitare di questi incontri?”
Ce lo siamo chiesti più volte, forse anche insistentemente non capacitandocene, cercando altri moviti che giustificassero l’anonimato quasi totale della nostra regione in un momento che poteva solo rivelarsi interessante, costruttivo e formativo (sia che si sia in accordo, quanto in disaccordo con le tesi relazionate), soprattutto correlando tali interrogazioni con aneddoti vissuti ad un caso più di tutti,  quale l’assistere, dopo due giorni di “mimetizzazione”, ad un “certo” Luciano Gigliotti, intervenire improvvisamente e con un misto di eleganza, modestia e pacatezza nella discussione del prof. Gregoire Millet, per porre domande e chiedere spiegazioni, quasi fosse uno come noi, alle prime armi, desideroso di conoscere un principio o anche solo un piccolo particolare… una scena così semplice e naturale che tanto mi (e ci) ha fatto pensare, quale dimostrazione che la frase “tanto sono cose che già so” non dovrebbe esistere in un ambito come il nostro, sempre pregno di nuovi temi di discussione e di metodologie all’avanguardia, come di tesi controvertite o di novità assolute.
Non c’è bisogno di essere dei fenomeni o dei profondi conoscitori di atletica per capire che noi in Campania abbiamo un vuoto desolante e mortificante per quanto riguarda la produzione di buoni atleti (soprattutto ascoltando e valutando situazioni e dati presentati, nonché oggettivamente constatabili), attenuato dal lavoro di alcuni, che ci permettono di trovare qualche nostro atleta almeno nelle nazionali giovanili,… ma dopo?? Non dovrebbe essere cosi difficile produrre atleti se siamo cosi bravi da non aver bisogno del confronto con le altre scuole di pensiero, in particolare in momenti così topici come quello trascorso, e di ascoltare esperienze diverse dalle nostre abituali (altro memorabile discorso, quello di Claudio Berardelli sull’illustrazione della vita sua e degli atleti keniani e sulla sua conseguente presentazione de “I miei errori”).
Ma, al contrario di quanto potrebbe interpretarsi da queste righe, vorrei essere benpensante e sperare che non sia stata la concomitanza con le gare spurie ad aver comportato la mia sola presenza, con gli amici Carlo Cantales e Marcello Mangione, alla spiegazione dello studio e dell’applicazione dell’ R.P.E. , piuttosto che a quella relativa alla programmazione polarizzata.
Nasce quindi una riflessione conclusiva, conseguente a talune costatazioni, ovvero: come possiamo cercare di aiutare i nostri atleti? Oltre il puro e semplice empirismo tradizionalista, potremo mai progredire senza partecipare, singolarmente o come movimento, alle fasi di studio e formazione, nonchè di confronto? Troppe volte si sente parlare o si legge, ad esempio, di “record regionale esordienti”... dopo emozioni, nozioni, esempi e costatazioni di questa tre giorni mi chiedo ancora una volta: “è davvero lì la nostra atletica?”

By Fabio Luca Bruno

7 commenti:

  1. Non si finisce di imparare ... mai ... anche quando si pensa di sapere, le stesse cose viste da un altro punto di vista ci appaiono diverse.
    Max

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    1. Luigi Pirandello ha sapientemente e giocosamente sviluppato la sua tesi che la Verita’, ogni Verita’ resta per l’uomo inconscibile, inafferrabile e che ci si deve accontentare di verita’ soggettive che mutano al mutare del punto di vista

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  2. Mi dispiace Fabio, ma, IN SINTESI ,ritengo, questo che ho letto, Tutto Non Condivisibile, nell'"Analisi", nei "giudizi" e nelle "conclusioni" - State "fuori pista" tutti e tre secondo me.

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  3. Peppe grazie per lo spazio, Enzo magari puoi non condividerlo è per fortuna ognuno ha un suo pensiero, ma la fase di stasi in cui si trova la "nostra" atletica è dovuta agli scarsi momenti di confronto tra tecnici, sopratutto noi giovani, e non credo di aver analizzato male la situazione nella nostra regione.

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  4. la situazione nella nostra regione è un altro conto e posso essere sicuramente d'accordo ,ma non posso condividere quello che hai scritto , forse che interpreto bene lo scritto , però cosi onestamente non sono d'accordo. Ciò non toglie il rispetto anzi di solito lo rafforza. anche questo è confrontarsi. La libertà diceva Gaber è partecipazione.

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  5. *** leggi bene: "forse NON interpreto bene lo scritto.."

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  6. Enzo ci mancherebbe, il rispetto tra di noi è la prima cosa, spero che arrivi la mia idea concettuale.

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